Come un fulmine a ciel sereno: la notizia di ieri è che Paul Pogba è risultato positivo al testosterone a seguito di un test antidoping a seguito della partita Udinese – Juventus, nella quale il francese non era neppure sceso in campo. Il comunicato parla chiaro:
“II Tribunale Nazionale Antidoping comunica che, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta: Paul Labile Pogba (FIGC) per la violazione degli articoli 2.1 e 2.2; sostanza riscontrata: Metaboliti del testosterone di origine non endogena (I risultati del GC/c/IRMS sono compatibili con l’origine esogena dei metaboliti) Il controllo è stato disposto da NADO – ITALIA”.
A questo punto anche la Juventus ha provveduto a rilasciare un comunicato stampa nel quale – riprendendo la notizia del comunicato – si riserva la valutazione dei prossimi passaggi procedurali. Immediato il commento dell’agente Pimenta: “Stiamo aspettando le controanalisi e non possiamo avere un’opinione prima dei risultati. Quello che è certo è che Paul Pogba non ha mai voluto infrangere una regola”.
Non ha pace il francese che – tra le vicessitudini che coinvolsero il fratello, i continui infortuni sul campo, le critiche da parte della tifoseria e adesso la positività all’antidoping – rischia 2 anni di squalifica che diventerebbero 4 in caso di accertata volontarietà e ciò – con tutta probabilità – metterebbe fine alla carriera del centrocampista.