Spremuto, strapazzato, ha fatto “strap”. Nascosto dentro la maglia, ha pianto. Il viso rigato dalle lacrime, la mano poggiata sul bicipite femorale sinistro, quella lenta zoppicatura. I 45.000 dell’Olimpico hanno accompagnato con gli occhi Ciro Immobile mentre rientrava negli spogliatoi, avevano il cuore in subbuglio pensando alla partita da concludere senza di lui, alla gravità dell’infortunio, alle prossime 7 partite tra campionato, Coppa e derby. Poi è partito il coro “Ciro, Ciro, Ciro”. La diagnosi è scontata: stiramento. E’ interessata la coscia sinistra, non la destra che lo costrinse allo stop in Nazionale. Ha pagato la successiva spremitura. Nessuno ha azzardato pronostici sull’entità della lesione e sui tempi di recupero, saranno più chiari solo dopo gli esami che l’ultrabomber effettuerà mercoledì. «Le prime sensazioni non sono positive. Ha avuto un risentimento al bicipite femorale sinistro, aspetteremo le prossime 48-72 ore per stabilire diagnosi e tempi di recupero. Si è infortunato dove non aveva mai avuto sofferenze o lesioni, questo è un dato che dobbiamo considerare», sono le parole a caldo del prof. Fabio Rodia, coordinatore dello staff medico. Ciro ha pianto per lo shock e per il dolore, persistente anche in serata, e perché ha capito subito che non era un infortunio leggero. Un primo grado rischierebbe di tenerlo fuori 20 giorni. Il derby si giocherà il 6 novembre, a 21 giorni esatti dal ko (ieri era il 16 ottobre). Un secondo grado costringerebbe Immobile a chiudere il 2022 in anticipo considerando la pausa Mondiale fissata dopo il turno del 13 novembre. Ciro deve aver confessato a Sarri la paura di essersi procurato un infortunio grave, si intuisce dalle parole pronunciate da Mau: «Se torna nel 2023? Aspettiamo, può essere un infortunio più ridotto di quello che si pensa. A volte parli con un giocatore e ti dice che si è rotto, poi non è così». Ciro è uscito al 30’, la Lazio aveva completato un blitz. Immobile s’era lanciato a rete, sulla corsa ha sentito la cosiddetta “pizzicata”. S’è fermato subito e ha chiesto il cambio. Sarri ha inserito Pedro e ha spostato Felipe Anderson, solo a 5 minuti dalla fine ha fatto entrare Cancellieri da vice Ciro. Ha spiegato il perché della doppia scelta ed è tornato a parlare del mancato arrivo di un centravanti puro: «Avere un vice Ciro con i suoi numeri è dura. Per noi è un’assenza pesante. Il mercato è composto dalla richiesta dell’allenatore, dal budget e da altri aspetti tecnici. Se decidessi io, una miliardata la spenderei (risata, ndr). Quando mancano giocatori così è chiaro che un minimo di ripercussione c’è sempre. Vediamo di fare in modo che sia il meno possibile». Continuerà a puntare su Felipe centravanti: «L’anno scorso abbiamo fatto bene, abbiamo segnato 6 gol (Lazio-Genoa 3-1 e Venezia-Lazio 1-3, ndr). Le caratteristiche di Cancellieri e Immobile sono diverse. Quando si è fatto male Ciro ho voluto togliere i riferimenti ai loro difensori. Se si pensa che Cancellieri possa fare quello che fa Immobile in così poco tempo si è lontani dalla realtà». Otto partite di campionato giocate da Ciro 90 minuti, una di 64(contro lo Spezia) più i 30 minuti di ieri. Quattro gare da titolare in Europa (una da 69’, una da 76’, una da 90’ e quella di 79’ giovedì contro lo Sturm Graz). I numeri della tortura.
Fonte: Corriere dello Sport