Al Monza nessuno se lo aspettava e Galliani ha anche deciso di dissuaderlo, ma Andrea Ranocchia non ha cambiato idea: ha chiesto (e ottenuto) la risoluzione del contratto che aveva firmato tre mesi fa, rinunciando a quasi due anni di stipendio, visto che l’accordo sarebbe scaduto il 30 giugno 2024.
Dalla firma con il Monza al grave infortunio di Napoli
Ranocchia era stato il primo storico acquisto del Monza in serie A: svincolato dall’Inter, dove ha giocato dal 2011 al 2022 salvo due parentesi con Sampdoria e Hull City, aveva subito accettato la proposta del club brianzolo, che lo avrebbe messo al centro della difesa a tre di Stroppa e dove pensava di chiudere la carriera. Ma alla prima partita, quella del 21 agosto in casa del Napoli, la sua esperienza è stata stroncata da un grave infortunio, la frattura di tibia e perone della gamba destra, con una prognosi di circa quattro mesi.
La rinuncia a due anni di stipendio
In un primo momento, Ranocchia aveva manifestato la sua voglia di continuare. Il giorno dopo l’infortunio, sui social aveva postato una foto con il gambone ingessato e un messaggio di coraggio: “Posso solo dirvi che tornerò presto”. Ma evidentemente nelle settimane successive ha maturato pensieri diversi, fino ad arrivare alla conclusione di dire basta. Galliani e tutto l’ambiente ne sono rimasti sorpresi, anche perché non è consueto che qualcuno rinunci a venti mesi di guadagni sicuri, però Ranocchia deve aver preferito non essere di peso e deciso di cominciare ad occuparsi del futuro.
I dubbi sul futuro e l’idea del ritiro
Benché non abbia ancora ufficializzato nessuna decisione, sembra infatti probabile che l’ex interista lascerà il calcio giocato. Nelle sue corde c’è più una carriera aziendale rispetto a quella di allenatore, anche se sono molti i precedenti di calciatori (l’ultimo è stato Pirlo) che hanno scoperto solo dopo aver smesso la vocazione per la panchina.
Il suo gioiello medievale alle porte di Assisi
In ogni caso, un investimento importante Ranocchia l’ha già fatto, ristrutturando una splendida struttura alle porte di Assisi, la sua città natia, per offrire ospitalità e ristorazione: si chiama Borgo Antichi Orti ed è un ex convento benedettino del Quattrocento dove si può dormire, mangiare, fare yoga, farsi massaggiare, imparare a trattare le erbe dell’orto (biologico) ma anche organizzare matrimoni e ricevimenti. Quando riuscirà a rimettersi in piedi non starà con le mani in mano, anche se magari non darà più un calcio al pallone.
Fonte: Repubblica.it