Il prossimo anno ci saranno ben 24 appuntamenti per tutti i fans della F1. Si partirà il 5 marzo 2023 dal Bahrain per concludersi a fine novembre ad Abu Dhabi. Confermati i due appuntamenti in Italia e precisamente ad Imola (21 maggio) e Monza 3 (settembre). Non mancano le polemiche tra sostenibilità, e troppe gare per i Team.
Dopo tre anni, il mondiale di Formula 1 tornerà in Cina (16 Aprile), come la gara in notturna in Qatar di ottobre e quella a Las Vegas (programmata per sabato sera) a metà novembre. Escluse invece la Francia ,Germania, Russia, Sochi.
Il primo appuntamento in Europa sarà con il confermatissimo Gp di Imola il 21 maggio, Monza invece sarà ad inizio settembre. Il Gran Premio di Monaco è salvo almeno sino al 2025. Rinnovato quindi il contratto in extremis con il Principato, che per la prima volta dovrà pagare Liberty Media e non avrà più trattamenti di favore.
In Belgio si correrà addirittura a fine luglio, nel weekend del 30. In quel fine settimana inizialmente era prevista la 24 ore di Spa del mondiale GT, spostata al 2 luglio. I team hanno espresso il loro malumore e disappunto per essere stati avvertiti solo poche ore prima della comunicazione ufficiale dell’intenzione di avere così tanti appuntamenti.
Mentre il presidente FIA Mohammed Ben Sulayem festeggia una F1 sempre più aperta al mondo intero, c’è chi si lecca le ferite , ovvero i meccanici e tutti coloro che lavorano ogni weekend nei paddock, chiamati sempre più agli straordinari.
20 gare sembravano troppe per chi lavora nel mondo della F1, figuriamoci 24. Sul piatto ambientalismo e sostenibilità c’è sempre da valutare l’annuncio della F1 sull’obiettivo della “Net Zero Carbon 2030”.
Sul tavolo c’è lo sviluppo di un carburante sostenibile al 100%, e la revisione della logistica per diminuire gli spostamenti. Quest’ultimo punto, guardando il calendario pubblicato, si è andati dalla parte opposta.
Si poteva fare meglio che andare in quattro fasi differenti nel nord america, contando i tre GP negli Usa e quello di Montreal. Oppure non separare i Gran Premi del Messico e di Las Vegas, che non sono poi così lontani dalla trasferta in Brasile.
Si potevano mettere Qatar e Abu Dhabi vicini, magari affiancandoli con il Bahrain. Insomma, non ci vuole uno scienziato per ottimizzare un calendario e i suoi spostamenti, ma la F1 preferisce fare le cose a modo suo, evidenziando in modo palese che il progetto “Zero Carbon” è rimasto nel cassetto.
Gli unici a gioire siamo noi appassionati, felicissimi di avere ben 24 appuntamenti in calendario, sempre più gare di questo show avvincente. Chi ne pagherà le conseguenze saranno l’ambiente e, soprattutto, gli addetti ai lavori. Sembra doveroso non menzionare i piloti, che rimangono degli enormi privilegiati. Parliamo di coloro che stanno dietro le quinte, gli addetti ai lavori che che stanno fuori di casa 9 mesi all’anno con stipendi onestissimi.