La Formula 1 è alle prese con il GP d’ Austria, giro di boa della stagione. Mai come questa volta, una vittoria di un pilota della Ferrari aveva creato così tante divisioni all’interno del team e nelle opinioni di tutti i fans.
La maggioranza dei tifosi è convinta che abbia vinto la Ferrari sbagliata e che il muretto box abbia rallentato la gara di Leclerc. Il rapporto tra il monegasco sembra essersi incrinato, la fiducia di Leclerc verso la squadra ha subito un grosso colpo.
Il primo successo in carriera di Sainz, in compenso, potrebbe essere stata la definitiva mossa che contribuisce a rilanciare la stagione dello spagnolo. Il nativo di Madrid ha capitalizzato alla grande i problemi altrui, acquisendo punti in classifica e fiducia nella propria guida.
Ora in campionato si trova a -11 punti dal compagno e a 54 lunghezze dalla vetta. Un gap significativo, ma non impossibile da rimontare. La domanda da porsi riguarda però le decisioni che saranno prese dai vertici della scuderia: Mattia Binotto su chi deciderà di puntare per l’attacco della rossa?
In tanti non hanno perdonato a Binotto la gestione strategica della gara di Charles Leclerc e la scelta di non far rientrare ai box il pilota monegasco al momento dell’ingresso in pista della Safety Car nel finale di corsa.
La mancanza di unità nel team sembra sottolineata anche dal silenzio espresso dai vertici aziendali della Scuderia. Né il presidente Elkann, né l’a.d. Vigna hanno infatti espresso parole di sostegno nei confronti di Binotto. Un segnale poco rassicurante.
La sensazione però è che il team principal sia un “uomo solo al comando”. Pur sotto attacco, nessuno a Maranello ha sentito l’esigenza di andare in soccorso alla scelta compiuta domenica, le voci sulla precarietà di Binotto, nel paddock, si sprecano.