Sinner – Altmaier
Il remake dei loro due maratona Slam (US Open 2022 e Roland Garros 2023, entrambi al quinto) ma in un contesto che oggi parla chiaro: Shanghai è casa di Jannik. L’azzurro è 8–1 qui (titolo 2024) e può salire al 90% di vittorie sul torneo, ritmo che supererebbe persino Djokovic sulla singola sede. Da Cincinnati 2023 in poi ha vinto 11 aperture di Masters 1000 di fila e contro avversari fuori dalla Top 20 è 84–1: un cuscinetto statistico che racconta la sua “tenuta” nelle partite da gestire.
Altmaier ha armi da fastidio — servizio vario e rovescio a tutto braccio — ma gli manca ancora il grande acuto: 0–3 contro campioni Slam e mai un successo su Top10 in un 1000. Per restare in scia dovrà allungare gli scambi sul dritto di Sinner, sporcare il ritmo con slice e cambi di traiettoria e, soprattutto, capitalizzare le poche palle break.
Chiave tattica: prime due–tre colpi e presa di campo: se Jannik comanda col rovescio in diagonale e apre il dritto inside–out, la partita scivola dalla sua.
Termometro upset: basso.
Zverev – Royer (Q)
Esordio per Sascha contro un qualificato per la terza volta in stagione Masters: nei 1000 ha un 15–3 contro qualifier/LL e viene da 10 vittorie di fila in questa casistica. Shanghai gli porta bene (finale 2019) e, più in generale, parliamo di uno che ha superato le 90 vittorie 1000 sul duro e 150+ totali nei 1000.
Royer è alla terza main draw 1000 della carriera: braccio sciolto, buona sensibilità in avanzamento. Per pensare al colpo grosso deve spezzare il ritmo di palleggio verticale di Zverev, soprattutto evitando di restituire seconde comode al tedesco.
Chiave tattica: percentuale di prime di Zverev >65% e poche concessioni nel suo turno. Se crolla questo pilastro, il match si apre.
Termometro upset: medio–basso (ma occhio ai set d’esordio di Sascha, talvolta “lenti”).
Djokovic – Čilić
H2H impietoso (19–2 per Novak) e ricordi recenti: l’ultimo incrocio è valso a Nole un titolo (Tel Aviv 2022). A Shanghai il serbo è il totem: più presenze vinte (39) e può toccare quota 40 successi nel torneo. Anche l’anagrafe racconta qualcosa: potrebbe diventare il più “anziano” a battere un campione Slam in un 1000, ma il suo livello di gestione delle aperture resta altissimo.
Čilić porta servizio pesante e accelerazioni piatte che, sul veloce di Shanghai, fanno sempre rumore. Il tema è la continuità: per stare attaccato dovrà servire percentuali top e prendersi rischi immediati in risposta sulle seconde di Djokovic.
Chiave tattica: ribattuta di Nole sulla prima di Marin. Se Djokovic “rimanda” spesso in gioco, il croato finirà a rincorrere.
Termometro upset: basso (serve un Čilić formato tie-break a raffica).
Fritz – Marozsán
Taylor arriva con il miglior bottino ATP da giugno in poi e un trend solido nelle aperture: 5/6 vinte nei 1000 del 2025 e 5/5 d’esordio a Shanghai in carriera. È la sua sede extra-USA più “redditizia”.
Marozsán è il classico cliente scomodo da Masters: 61.5% di vittorie nei 1000 senza ancora un titolo e un precedente illustre (Alcaraz, Roma 2023). Ungherese di timing e mano, ama toglierti il tempo.
Chiave tattica: la risposta di Fritz sulle seconde di Fabian e il dritto inside–in per chiudere in 3–4 colpi. Se la partita si “sporca”, il magiaro può infilare filotti.
Termometro upset: medio (Fabian è un “giant-killer” credibile nei primi turni).
Shelton – Goffin
Rivincita dopo Acapulco (vinse David). Ben ha trasformato il 2025 nel suo anno più ricco di Masters vinti (può arrivare a 14 stagionali): servizio mancino esplosivo, prime dirompenti e tante soluzioni in avanzamento. Nota di colore: mai un mancino ha vinto Shanghai.
Goffin porta esperienza pura (77 MD 1000 in carriera, due QF qui) e quest’anno ha già punti pesanti su Top10 (Alcaraz a Miami). La sua miglior chance è “raffreddare” Shelton con traiettorie piatte e anticipo, tirandolo in diagonale di rovescio.
Chiave tattica: percentuale di punti vinti in risposta sulla seconda di Ben. Se David sale >35%, la partita diventa strategica.
Termometro upset: medio.
De Minaur – Ugo Carabelli
Prima volta tra i due. De Minaur è in scia lunga: 6/7 aperture 1000 vinte nel 2025, 47 successi stagionali ATP e vicino ai 35 sul duro solo quest’anno (top assoluto del circuito). È il solito “muro elastico” che ti costringe a un colpo in più.
Ugo Carabelli viene dalla miglior stagione su clay della carriera e sta provando a traslare confidenza: per lui sarebbe il primo successo vs Top10, e arriverebbe solo se riuscisse a spostare la contesa su scambi corti con tanto servizio+dritto.
Chiave tattica: lunghezza di scambio media. Se supera i 5–6 colpi, il match scivola verso Alex.
Termometro upset: basso–medio.
Musetti – Comesaña
Lorenzo ha capovolto il suo 2025 sui 1000: 17 vittorie nel format (secondo solo ad Alcaraz) e, dopo lo US Open, più successi sul duro che nel resto della stagione messa insieme. Qui però non ha mai vinto un match di main draw: test mentale oltre che tecnico.
Comesaña è il classico avversario in fiducia, capace di colpi grossi su tutte le superfici (Rublev a Wimbledon, Zverev a Rio). Se trova subito timing di rovescio e la prima lo sostiene, può allungare.
Chiave tattica: variazioni di Musetti (slice, back corto, smorzate) per rompere il footwork argentino e arrivare spesso a rete.
Termometro upset: medio (Lollo favorito, ma serve “pulizia” nei turni di servizio).
Khachanov – Shang (WC)
Karen tocca la 70ª presenza in main draw 1000 (quinto russo di sempre per apparizioni nel format) e può eguagliare il suo record stagionale di aperture vinte ai 1000 (sette). Shanghai non è la sua sede migliore (3–5), ma il binario servizio–dritto resta temibile.
Shang è la wild card di casa, mancino rapido e con ottime letture in ribattuta. Un eventuale successo sarebbe storico: primo cinese a battere un Top10 a Shanghai e secondo in assoluto a farlo in un 1000.
Chiave tattica: seconde del russo. Se Juncheng aggredisce alto e accorcia i game in risposta, l’inerzia può girare.
Termometro upset: medio (energia del pubblico + matchup mancino).