La strada dell’Italia verso il Mondiale 2026 si è già fatta in salita. Il pesante 3-0 subito in Norvegia ha scoperchiato diverse fragilità nel gruppo allenato da Luciano Spalletti, che dopo il passo falso nella gara inaugurale del Gruppo I è ora chiamato a rispondere con una prestazione convincente contro la Moldova. L’Italia, reduce da due mancate qualificazioni consecutive al torneo iridato, non può permettersi altri scivoloni: solo il primo posto garantisce il pass diretto per gli Stati Uniti, e la pressione è tornata a farsi sentire.
Il bilancio recente degli Azzurri è preoccupante: quattro partite senza vittorie (un pareggio e tre sconfitte), di cui due perse anche in casa, seppur contro avversarie di alto rango come l’Inghilterra e la Spagna. Eppure, il ritorno al Mapei Stadium potrebbe rappresentare una svolta: l’Italia ha vinto e mantenuto la porta inviolata in entrambe le ultime uscite in questo stadio nel contesto delle qualificazioni mondiali. Un dato che alimenta almeno un minimo di fiducia, anche alla luce della qualità dell’avversaria odierna.
La Moldova ha infatti cominciato il girone con due sconfitte, subendo otto gol in totale e mostrando enormi limiti difensivi. La Nazionale guidata da Serghei Cleșcenco non vince una partita di qualificazione ai Mondiali da oltre dieci anni, e nei cinque precedenti contro l’Italia ha sempre perso, incassando complessivamente 17 reti. Inoltre, anche lontano da casa il rendimento è pessimo: una sola vittoria nelle ultime sette trasferte ufficiali.
Luciano Spalletti dovrebbe affidarsi in attacco a Giacomo Raspadori, che conosce molto bene lo stadio di Reggio Emilia per la sua esperienza al Sassuolo. Il classe 2000 è reduce da una stagione brillante col Napoli e spesso riesce a sbloccare le partite con rapidità e fiuto. Dall’altra parte, occhi puntati su Ion Nicolaescu, miglior marcatore della Moldova e unico vero punto di riferimento offensivo per gli ospiti.
Contro un avversario modesto ma comunque motivato, l’Italia non può sbagliare. Vincere è l’unica strada per non compromettere definitivamente il cammino verso il Mondiale, e Spalletti dovrà trasmettere al gruppo non solo la necessità del risultato, ma anche una ritrovata identità.
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