👉🏻L‘associazione mondiale Fina ha stabilito nuove regole per le persone trans nelle competizioni di nuoto⭐️. In base a queste regole, possono partecipare alle competizioni femminili ⏰solo gli individui che avranno completato la riassegnazione di genere entro l’età di dodici anni.
In base alle nuove regole, le donne trans sarebbero autorizzate a competere nelle competizioni femminili solo se, tra le altre cose, 📌potranno dimostrare di non aver superato nessuna fase della pubertà maschile oltre un determinato stadio (fase 2 di Tanner) o prima dei 12 anni di età. La Fina ha inoltre istituito un gruppo di lavoro per lavorare su una categoria di concorso cosiddetto “aperto”. ⚠️La decisione del congresso straordinario dell’associazione, ha già sollevato le critiche sui social.
🏊🏻♀️Il caso di Lia Thomas
“Non voglio che a un atleta venga detto che non può competere ai massimi livelli”, ha detto il presidente della federazione Al-Musallam in un congresso straordinario durante i Mondiali di nuoto a Budapest. “Fonderò un gruppo di lavoro per creare una categoria aperta nelle nostre gare. Saremo la prima associazione a farlo”.
L’argomento aveva recentemente attirato l’attenzione, soprattutto in connessione con il caso dell’americana Lia Thomas, la prima donna trans a vincere il più alto livello di atletica leggera a marzo💪🏻.
I critici da allora in poi hanno descritto la partecipazione di Thomas alle gare femminili come ingiusta👆🏻, precisandone il vantaggio biologico rispetto ai loro concorrenti. D’altra parte, le persone che difendono Thomas in particolare e le persone trans in generale, 🙌🏻hanno detto che le caratteristiche fisiche non sono mai giuste, la maggior parte dei migliori atleti ha qualche vantaggio ed è per questo che sono così bravi nelle rispettive discipline🆙.
Al Congresso Fina di ieri, il 71,5 per cento dei partecipanti ha votato a favore del nuovo regolamento💡. L’evento, è stato preceduto da studi e dibattiti tra atleti, scienziati, professionisti medici ed esperti di diritti umani🎏.
Fonte: WELT.DE