Quarto titolo dal 2015 per i Warriors, settimo nella storia della franchigia, che supera i Chicago Bulls e diventa la terza più vincente di sempre dietro a Lakers e Celtics.
In Gara 6 è la solita difesa a fare la differenza. Golden State prende il vantaggio nella gara a fine primo quarto e controlla peril resto della gara, costringendo Boston a 21 palle perse (dato più alto registrato nella serie). Nel terzo periodo i Warriors toccano il +22 prima del parziale dei padroni di casa.
I Celtics hanno un sussulto ed infilano un parzialino di 15-2 e tornano a -9. In tentativo di rimonta per i Celtics dura molto poco , i canestri di Curry e Andrew Wiggins rispediscono Boston nell’abisso. La gara finisce con le riserve in campo, tra cui Andre Iguodala che chiude la sua carriera con il quarto titolo NBA della sua carriera. I Warriors battono i Celtics a Gara 6 con il punteggio finale di 103-90.
Stephen Curry è l’MVP all’unanimità della finale NBA con 34 punti, 7 rimbalzi, 7 assist, 12/21 al tiro e 6/11 dalla lunga distanza.
Ai Boston Celtics non basta un grande Jaylen Brown poco assistito da Jayson Tatum con appena 13 punti in 40′ di campo. Per coach Steve Kerr si tratta invece del nono titolo, il quarto da allenatore. Kerr ha infatti vinto anche cinque anni da giocatore tra Chicago Bulls e San Antonio Spurs.
Una dinastia tra le più prolifiche e iconiche della storia dell’NBA, grazie soprattutto ai suoi straordinari interpreti. Klay Thompson, Draymond Green e Steph Curry su tutti meritano i complimenti, loro che sono stati protagonisti degli ultimi anelli gialloblu.
Warriors: Curry 34, Wiggins 18, Poole 15, Green 12+12+8, Thompson 12.
Celtics: Brown 34, Horford 19+14r, Tatum 13, Williams 10.